L’acqua: un elemento fondamentale ma spesso trascurato

Perché “bere tanta acqua fa tanto bene”

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Quindi come dobbiamo regolarci?

Quanto bisognerebbe bere per essere idratati al punto giusto e non sentirci dei palloncini pieni d’acqua?

Partiamo dicendo che l’acqua è il nostro principale costituente: parafrasando Shakespeare “Siamo fatti della stessa sostanza di cui è fatto un mare”; infatti circa il 60% del nostro peso è rappresentato dall’acqua corporea totale (che da ora in poi chiameremo TBW), quindi supponendo di avere a che fare con un atleta di 70 kg, 43 kg saranno di acqua! Quest’acqua corporea totale si suddivide in due compartimenti: l’acqua intracellulare, ovvero quella che si trova all’interno delle nostre cellule (immaginatele come dei piccoli palloncini che racchiudono del liquido e altri oggetti chiamati organelli di cui però non discuteremo oggi) rappresenta il 65% della TBW e la chiameremo acqua intracellulare (ICW); il restante 35% sarà invece costituita dai fluidi che stanno all’esterno delle cellule e dal plasma ovvero dalla parte “liquida” del sangue; questa componente viene chiamata ECW. Ora vi chiederete il perché vi stia parlando di queste cose con tutte queste sigle strane; ebbene perché la corretta ripartizione dell’acqua corporea totale è fondamentale per il buon funzionamento dell’organismo: non è quindi importante solamente essere idratati in maniera sufficiente, ma è anche FONDAMENTALE mantenere il corretto rapporto fra l’acqua contenuta all’interno della cellula e quella che si trova all’esterno delle stesse.

Ma come facciamo a valutare se queste proporzioni vengono mantenute o meno?

Beh in questo caso è necessario rivolgervi a un professionista della nutrizione che utilizzi un bioimpedeziometro, uno strumento che, fra le tante informazioni (STIMA del metabolismo basale, quantità di massa magra, massa grassa…) che fornisce, ci indica anche come si distribuisce l’acqua all’interno del nostro corpo. Avere quest’informazione è fondamentale per comprendere se l’idratazione è ottimale e se godiamo di un buono stato di salute metabolica. Sembrerebbe paradossale ma il miglior modo per migliorare la propria composizione corporea è proprio quello di lavorare sullo stato di idratazione: quando abbiamo un giusto equilibrio d’acqua e degli elettroliti in essa contenuti, avremo sicuramente un aspetto migliore, la tanto odiata “pelle a buccia d’arancia” tenderà a ridursi, miglioreremo il nostro tono muscolare e appariremo più tonificati e in forma. L’acqua infatti non è da considerarsi semplicemente un liquido ma è responsabile di numerose risposte da parte del nostro organismo che coinvolgono gli ormoni: pensiamo ad esempio alla pressione sanguigna; quando abbiamo un volume sanguigno elevato (quindi un aumento dell’acqua extracellulare) abbiamo di conseguenza un abbassamento della pressione. Questo perché se abbiamo più sangue, la velocità con cui questo scorre si riduce, di conseguenza i vasi sanguigni non devono contrarsi per far scorrere il sangue. (Questo avviene in soggetti sani; se abbiamo un soggetto ipo o iperteso il discorso cambia). Ma non è tutto qui: l’acqua, come componente del sangue, svolge altre molteplici funzioni, infatti il sangue è coinvolto nella regolazione del pH, della temperatura corporea, della funzione cardiovascolare, nel trasporto di nutrienti, dei prodotti di scarto del metabolismo (come la CO2) e degli ormoni. Tanto più sangue abbiamo e tanto meglio queste funzioni potranno essere svolte.

Tutto questo ci fa comprendere come una cattiva idratazione possa mettere a rischio tutte queste funzioni

Dott.ssa Sofia Giordani, Biologa Nutrizionista

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